Home
 Pollice (Mobile) VISITA IL MIO PROFILO FACEBOOK: Gian Domenico Mazzocato

IL ROMANZO GIÀ FINALISTA ALLO STREGA
E PREMIO DELLA GIURIA AL CRISTINA CAMPO

IL CASTRATO DI VIVALDI

ALLA SECONDA EDIZIONE

castratodivivaldi2ediz

Dalle nebbie del Polesine a una Venezia notturna, a Parigi, a Londra, fra mille avventure la storia inedita, emozionante e sontuosa di un personaggio affascinante, tutto da scoprire e da amare. Così Antonia Arslan, una delle più grande scrittrici italiane,  per la seconda edizione de IL CASTRATO DI VIVALDI. Con la cessazione de LA BIBLIOTECA DEI LEONI, primo editore del romanzo già Selezione finale allo Strega, anche il romanzo andava un po’ a morire. Gli ha dato nuova vita la DIASTEMA EDITRICE di Mara Zia (presidente) e Paolo Schiavon. La DIASTEMA è l’unica casa editrice italiana che ha una collana espressamente dedicata alla narrativa musicale. Organizza da tempo il premio letterario Da Ponte cui da qualche tempo è stata affiancata una sezione riservata ai giovani.
Una dote inaspettata, una violenza indotta dalla miseria e dall’ignoranza che portano a fama e grandezza. Ma anche – e soprattutto – odio, disperazione, solitudine. Il romanzo racconta la vicenda di Angelo Sugamosto detto lo Zerino, che nasce nel 1720 in Polesine – una terra assediata dalla fame e dall’acqua – viene educato a Venezia da Antonio Vivaldi, conosce Goldoni, calca i più importanti palcoscenici d’Europa, frequenta Händel, Casanova, i Tiepolo. Ciononostante Angelo Sugamosto è un eroe dolente e turbato, e in lui nascono risentimento e desiderio di vendetta: odia la propria condizione che non gli consente una vita normale e la possibilità di avere figli; odia i propri genitori.  Per leggere altro clicca qui.

 

CRETA, CULLA DEGLI DEI

foto-per-la-homepage

Che dolce scoperta l’isola di Creta. Cnosso, Festo, Gortina, Arkadi, Matala, Retymno, Chania…
Quando, studentello padovano, seguivo le lezioni di due maestri come Oddone Longo e Carlo Diano, sognavo la patria della lineare A e della lineare B, le due scritture usate dai Cretesi. La A ancora misteriosa.
Creta, culla degli dei. Qui nacque Giove. Suo padre, Cronos, vedeva in tutti i figli possibili concorrenti al potere e li mangiava. Sua madre Rea lo nascose sul monte Ida.
Una terra che non si è mai appartenuta. Dopo lo splendore dell’età minoica, qui arrivarono Micenei, Greci, Bizantini, Veneziani, perfino Genovesi, Turchi. Fu anche a lungo romana. Quinto Cecilio Metello la conquistò, tra 69 e 67 a. C., per combatterne i pirati. Nel 27, sotto Augusto, divenne provincia assieme alla Cirenaica fino alla spartizione dell’impero. Solo nel 1913 si unirà, in forza del trattato di Londra e dopo il buio periodo delle guerre balcaniche, allo stato greco.
Per leggere il diario di viaggio (e vedere molte foto) clicca qui.

 

loronome_homepgSE LA VOCE SI FA URLO

Arrivo così alla mia quarta silloge di poesia, dopo Il fuoco vecchio, Straniarsi è qui, Dalla selva delle esili memorie.
Il nucleo denso sono i versi nati durante la pandemia. Il senso del sacro, la memoria, i luoghi che riaffiorano con geografia prepotente, la mia Treviso vuota, la voglia di rinascere. Mi ha incoraggiato ( e mi ha scritto la prefazione) una delle voci altissime della poesia italiana, il poeta bolognese Loretto Rafanelli.  È certamente un libro che mi racconta molto, con ogni fragilità e ogni paura. Devo un grazie al mio editore Angelo Pastrello di Editoriale Programma. E anche a Marilena Ferrara che ha seguito con affetto la grafica del volume. Il libro è dedicato ad una bambina, Alice. Per cui ho riproposto anche alcuni straordinari versi di Emily Dickinson:  Non sapendo quando l’alba possa venire / lascio aperta ogni porta, / che abbia ali come un uccello / oppure onde, come spiaggia. 
Per leggere la prefazione di Loretto Rafanelli e una antologia delle liriche, clicca qui.

 

ABRUZZO MISTERIOSO E INEDITO
IL TERRITORIO FERITO CHE VUOLE RIALZARSI
L’AQUILA, LA CITTÀ LIBRO
(con la Fondazione Feder Piazza, 12-17 settembre 2021)

abruzzo_000d

abruzzo_000aNel cuore dell’Abruzzo, a Bominaco, ai piedi del Velino, esiste un complesso di affreschi (470 metri quadrati!) che letteralmente avvolgono il visitatore. Qualcuno ha scomodato la Cappella Sistina per trovare un paragone possibile. È l’oratorio di san Pellegrino, più che millenario. E quanti altri segreti di bellezza cela in sé questo straordinario territorio. Sconosciuto, inedito. Sulla piana di Navelli (dove si trova Bominaco) si coltiva con infinita pazienza lo zafferano, la spezia che viene dall’Oriente e che vale oro. Un altro segreto prezioso, un’altra scoperta da fare. Al centro c’è l’Aquila, città d’acqua (come dice il nome, in cui il rapace c’entra poco), la città terribilmente ferita dal sisma del 2009. Il terremoto questa gente ce l’ha scritto nel sangue. Insieme alla capacità di ripartire e ricostruire. Lo si legge nei muri. Case, piazze, chiese. Qui, proprio a causa dei ricorrenti terremoti, si sono stratificati e mescolati Medioevo, Rinascimento e Barocco. Per cui comprendiamo che l’Aquila è una città libro, da sfogliare con estrema attenzione. Una cultura che si fa amare già al primo impatto. I borghi conficcati come chiodi di pietra su scoscesi pendii. Il Gran Sasso, il Velino, i fiumi brevi e nervosi, le montagne scavate dalle acque. Uno scrigno naturale che conserva il prezioso, secolare lavoro dell’uomo.  Per leggere il reportage di viaggio, clicca qui.

 

castrato copertinaIL CASTRATO DI VIVALDI
http://www.bibliotecadeileoni.com/shop/narrativa/il-castrato-di-vivaldi/

Angelo Sugamosto nasce il primo ottobre 1720 in un miserabile Polesine, assediato dalla fame e dall’acqua. Ha una voce bellissima e il suo parroco, don Mira, decide che la deve conservare. E lo porta a Venezia per farlo castrare. Mai, se si esclude una novella di Balzac, il castratismo è entrato nella lettura occidentale. Angelo ha vita avventurosa, amori pieni e amori deludenti. Vivaldi è il suo maestro. Conosce i Tiepolo, Goldoni, Händel, Casanova. Vive a Venezia, Parigi, Londra. La sua vicenda si intreccia con mille altre. Un affresco inedito del Settecento veneto ed europeo. Il mondo dell’inquisizione e della stregoneria. La Parigi sotterraneo e la Senna, universo dei recuperanti e dei contrabbandieri. Venezia, il carnevale, i teatri, le taverne, il gioco d’azzardo. Romanzo di colori, odori. Di sangue e di gioia. Di dolore e di redenzione. Per saperne di più clicca qui: scheda informativa del romanzo e prime pagine della narrazione.

 

copertina-ti-racconto-la-divina-commediaTI RACCONTO LA DIVINA COMMEDIA
DANTE E IL SUO POEMA, COME UN ROMANZO
Nell’anno del centenario dantesco ho pensato ad un omaggio particolare al sommo poeta. Ho cercato di raccontare la vita di Dante e la Divina Commedia come un romanzo. Ho puntato su una lettura piana e semplice (senza note, per intenderci) ma assolutamente rigorosa. Ho narrato vicende, riproposto personaggi, delineato situazioni, sciolto nodi complessi e talora alieni alla cultura contemporanea. Nodi politici, scientifici, teologici, filosofici. Ho pensato soprattutto agli studenti alla ricerca di una inquadratura generale. Non dunque riassunti ma letture integrate da riflessioni e spunti critici. Ho pensato agli adulti che non riprendono in mano il poema dai banchi di scuola e magari lo vogliono ripercorrere in maniera agile. Ho pensato a coloro che proprio dalla lettura di questo libro potrebbe essere indotti a prendere per la prima volta in mano, come dire, l’originale.
Dante non si attualizza perché è eterno. Né lo si “traduce”. Ho provato a viaggiare con Alighieri dalle bassure del peccato alle altezze vertiginose delle beatitudini divine. Transitando per il luogo della penitenza e dell’attesa.
Mi hanno aiutato molto l’arte e l’intelligenza di una disegnatrice geniale come Marilena Ferrara.
Tre regni ultraterreni in cui si racconta un mondo morale e un mondo fisico.
Si ritrae una società che proviene dalla cultura cortese e cavalleresca e l’ha sostituita in molti luoghi con le istituzioni comunali. Ma la stessa civiltà comunale è in crisi, preda di faide, risse, volgari interessi di parte. Gli organi politici sono in mano a corrotti e corruttori, concussi e concussori.
Una complessità assoluta. Personaggi dalla forte personalità e personaggi di minor rilievo; densi nodi teologici e morali; momenti di tensione assoluta costruiti di volta in volta attorno a paura, sgomento, disagio, attesa, stupore, inconsapevolezza, gioia, amore e odio.
C’è un’intera civiltà. Ma c’è anche l’uomo colto nella sua essenza, al di là delle contingenze di tempo e spazio.
Abbinato a molti quotidiani italiani e in libreria. Lo si può ordinare online (https://editorialeprogramma.it/).
Per leggere l’introduzione, la vita, una scheda delle opere e una antologia dei canti clicca qui.

 

fedrohomeETERNO FEDRO,
WALT DISNEY
DI DUEMILA ANNI FA
(CON UN OCCHIO AI BAMBINI)

Mancava in Italia una traduzione delle favole di Fedro (per tanti legato al latinorum delle esercitazioni scolastiche) esplicitamente rivolta ai bambini. Linguaggio semplice e straordinarie illustrazioni di una grande disegnatrice come Marilena Ferrara. Questo mio lavoro è stato edito da Editoriale Programma di Angelo Pastrello. Una presenza ormai importante nell’ambito dell’editoria italiana. Fedro, scrittore romano di origine greca, riprende con genialità gli scritti del suo conterraneo Esopo. Aggiunge ambientazioni e personaggi bizzarri. Favole che non invecchiano. Recitano una lezione ancora attuale. E gli animali parlano da sempre alla nostra fantasia. Da Fedro ed Esopo a La Fontaine, Perrault e…  Walt Disney. Un tesoro d’intelligenza, ironia e buonsenso che merita di essere tramandato alle nuove generazioni. Il libro è abbinato a molti quotidiani italiani, è in libreria, lo si può ordinare online (https://editorialeprogramma.it/).
È stato presentato a Radio Vaticana il 29 novembre 2020, nell’ambito della rubrica Anima Latina condotta da Fabio Colagrande (disponibile in podcast: https://www.vaticannews.va).
Per saperne di più clicca qui.

 

inseguendo-il-leviatano_8CON MELVILLE E CON DON FERVIDO
Numero monografico (29) de IL CORSARO NERO, la prestigiosa rivista salgariana che è diretta da Claudio Gallo e che ha tra i suoi “padri spirituali” Raffaele Crovi, Claudio G. Fava, Mino Milani, Darwin Pastorin, Bianca Pitzorno. Una larga sezione è dedicata monograficamente a Herman Melville, il geniale inventore di Moby Dick. Ospita anche un mio intervento, INSEGUENDO IL LEVIATANO. Moby Dick è probabilmente il libro più alto che io abbia mai letto. Ha dentro tutto: amore, odio, paura, gioia, rabbia, delusione. È il mondo, l’universo. Ed Herman Melville (1 agosto 1819, New York – 28 settembre 1891, New York) è un genio assoluto. Così potente da ispirare mille altre scritture. Anche la mia. Così, quando mi è stato chiesto un contributo, ho proposto, da uno dei miei romanzi IL DELITTO SULLA COLLINA PROIBITA, un brano di ispirazione melvilliana. Don Fervido, il prete protagonista del mio libro, prima di essere ordinato sacerdote ha molte esperienze diverse. È con i soldati al comando del generale boia Bava Beccaris e spara sulla folla inerme di Milano nel 1898. E poi approda nell’isola di Nantucket da cui parte per dare la caccia alle balene. Per leggere il mio contributo clicca qui.

 

IN DIALOGO CON L’ACQUA DI VENEZIA
IL PREMIO “AQUE SLOSSE” 2020

acquaveneziahome

Con la lirica Aqua (filastroca par Venessia) ho vinto il prestigioso premio per la satira “Aque Slosse” bandito dall’omonima accademia di Bassano del Grappa. Da sempre racconto il Veneto inedito degli ultimi e dei personaggi borderline, da Il delitto della contessa Onigo a Il bosco veneziano, da Il caso Pavan a Il castrato di Vivaldi . Questa volta mi rivolgo all’acqua di Venezia, con una dichiarazione di amore e odio, per tutto il bene che rappresenta e per tutto il male che sa fare. Aqua bissa, aqua serpenta / aqua mai sassia, aqua sensa anguane / aqua sprota, aqua cativa /  aqua che siga, aqua che tase, una sorta di litania. Un canto di partecipazione, di dolore e di speranza. L’aqua te ga fata granda Venessia. / Deso a te copa. / Ea. / E el malfar dei omeni, concludo. Ho scritto sotto la suggestione di un’acqua alta particolarmente distruttrice e dei problematici, talora drammatici tentativi del Mose. Qualche verso buttato giù in treno di ritorno da un vano tentativo di raggiungere la biblioteca Correr in piazza san Marco.
PER LEGGERE LA LIRICA (CON TUTTE LE SPIEGAZIONI DI CARATTERE LINGUISTICO) clicca qui.

 

luigilonghin_copertinaHO SCOPERTO UN GRANDE MEMORIALE DI GUERRA
IL 29 LUGLIO QUANDO CHE MATURA IL GRANO
LUIGI LONGHIN, DA PARÀ A RESISTENTE

Luigi Longhin nasce a Cappella Maggiore il 30 agosto 1915.
Il padre Antonio è benestante, ha una grande casa al centro del paese. Ma si lancia in investimenti fallimentari che sprofondano la famiglia nei debiti. Luigi, per tappare il buco, lascia la scuola enologica di Conegliano e nel 1937 si arruola tra i volontari che combattono in Spagna a fianco di Franco.
Fardello pesante per lui, profondamente libertario e antiautoritario. Manda a casa soldi, ma suo padre brucia anche quelli. Lui torna e trova impiego come maggiordomo presso una nobile famiglia di Napoli. Questa volta paga personalmente i creditori.
Una nuova guerra è alle porte. Si trova ad un bivio: partire con la spedizione italiana in Russia o arruolarsi come paracadutista. Sceglie il paracadute.
Dalla sua esperienza militare esce questo diario di guerra, edito per i tipi dell’ISTRESCO (Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca trevigiana).luigilonghin_1
Il titolo originale del manoscritto è Umane vicende di un parà in guerra. Paracadutato nella Sicilia in cui sono già sbarcati gli Americani, risale l’Italia e matura la sua scelta di resistente.
Un racconto senza enfasi, antiretorico, distante dall’epopea. Una testimonianza senza mediazioni, diretta. Che convince ed emoziona il lettore, anche per la ricchezza di informazioni inedite.
Nel dopoguerra Longhin si trasferisce a Bolzano, impiegato alle poste e impegnato nell’associazionismo e nel sociale. Muore il 12 aprile 2003 per i postumi di un incidente.
Per leggere la mia prefazione clicca qui.

 

sette-re-di-roma-copertinaDA ROMOLO E REMO
A TARQUINIO IL SUPERBO, UN ROMANZO
IL PICCOLO LIBRO DEI SETTE RE DI ROMA
Dopo IPSE DIXIT e IL PICCOLO LIBRO DEGLI DEI E DEGLI EROI GRECI, continua il mio personale racconto della classicità.  Dal Dramma di Rea Silvia, dai mitici tempi della fondazione  e Romolo a Tarquinio il superbo. Un vero e proprio romanzo.
Un luogo è bellissimo e fertile. Tante colline, non molto alte, a due passi dal mare. Dolci e vasti avvallamenti tra l’una e l’altra. Posto buono da costruirci capanne riparate e, in caso di necessità, fortificazioni possenti. Poco più in là il fiume immenso, una barriera naturale. Nasce a nord, molto lontano, da montagne selvagge. Qui però, proprio vicino alla sua foce, una grande isola spezza la corrente in due rami e lo rende in qualche modo guadabile.
Cosa è accaduto duemila e settecento anni fa sulle coste del Lazio, a sud dei territori occupati e presidiati dalle dodecapoli etrusche?
Sul territorio si sono stanziate popolazioni di ceppo latino. I Latini parlano una lingua indoeuropea e sono arrivati qui nel II millennio a.C. dall’Europa centrale danubiana.
Per un qualche indecifrabile concorso di fattori, nel territorio su cui sorgerà Roma, si ritrova un gruppo di uomini, un po’ agricoltori, un po’ cacciatori. Ma soprattutto briganti e predoni. Hanno bisogno di un luogo dove tirar su un muro di difesa. Di una base per le loro scorrerie, forse.
Nel libro trovate anche un PICCOLO PRONTUARIO DI VITA ROMANA. Com’era la vita nell’antica Roma. All’interno il testo integrale del capitolo dedicato a Tarquinio Prisco, certo la figura più complessa tra i sette re. E alcune voci del PRONTUARIO. Provo a raccontare partendo dai miei studi e lavori sui storiografi antichi. Il lettore ci troverà soprattutto una verità: la brutta politica, truce e fatta di intrighi e corruzione, non ce la siamo inventa noi.
Per leggere clicca qui.

 

vivaldihomeIL CASTRATO DI VIVALDI ALL’ATENEO DI TREVISO
Nell’ultimo volume degli ATTI E MEMORIE dell’Ateneo di Treviso è ospitata la conferenza che ho tenuto il 27 aprile 2018 per il più antico sodalizio culturale di Treviso (ne sono stato presidente per sei anni, due mandati). Il titolo è EUNUCHI O CASTRATI? UN VIAGGIO NEL SETTECENTO DELLA MUSICA E DEI TEATRI EUROPEI. Partendo dal mio romanzo IL CASTRATO DI VIVALDI, nella rosa finalista del premio Strega 2017, ho raccontato la mia ricerca in un ambito che era per me del tutto inesplorato. Sono partito dall’input di un grande musicista e virtuoso dell’oboe, il maestro Giuseppe Nalin, e ho indagato sulla traccia di Angelo Sugamosto, un castrato nato in Polesine e di cui si erano smarrite le tracce. Un giallo letterario che è anche in assoluto il primo romanzo europeo in tema di castratismo. Curiosità di un mondo scomparso, una vicenda che appartiene alla storia del costume, i misteri delle corti d’Europa, i grandi personaggi del Settecento. Vivaldi, Goldoni, Casanova, Händel… Per leggere il testo del mio intervento clicca qui.

 

 

deieroigrecihome1VI RACCONTO I MIEI DEI E I MIEI EROI
(E GIASONE NARRA LA STORIA DEL MONDO)
“Prima della scienza, prima della religione, c’è il mito” dice Robert Graves. Così per una idea di Angelo Pastrello (Editoriale Programma) e con le straordinarie illustrazioni di Marialetizia Pivato (suoi anche la copertina e il mio ritratto in vesti apollinee che ha voluto inserire nel libro e che riproduco qui in homepage) mi sono messo a raccontare i miti che hanno popolato il mio immaginario e hanno deciso la mia esistenza, i miei studi, le mie ricerche culturali. A modo mio. Completano il volume tante schede curiose (lo sapevate che il cavallo di Troia… non era un cavallo? E che la storia di Orfeo che discende nell’Ade per recuperare la sua Euridice si può raccontare in altro modo?) e un indice analitico con un migliaio di nomi.  deieroigrecihome2Ho narrato gli dei dell’Olimpo e dell’Ade, Troia e il suo mito, Odisseo l’eternauta, Eracle con le sue mille fatiche. Soprattutto Giasone e la ricerca del Vello d’Oro. Giasone ci invita a salire a bordo della magica nave Argo in compagnia degli Argonauti. Le avventure che lui e i suoi compagni affrontano prefigurano tutte le storie, le fiabe e le favole, i romanzi e i poemi che l’umanità avrebbe infinite volte riscritto nei millenni a seguire. Nell’impresa degli Argonauti c’è già la storia del mondo. La dedica è per mia moglie. A Egle. È grazie a lei se so che scrivere è aprire finestre. Cioè le anime dei lettori. All’interno riproduco alcuni brani del capitolo relativo a Giasone e alcune delle illustrazioni.
PER LEGGERE CLICCA QUI

 

treviso-una-guidaUNA GUIDA DI TREVISO “DIVERSA”
SCRITTA DA MARCO BOSCOLO,
FILOSOFO, GIORNALISTA E VIAGGIATORE
Marco Boscolo (Montebelluna, 1979) è un filosofo e giornalista di grande talento. Ha viaggiato in Europa, Asia e Africa realizzando audiodocumentari, reportage e video. In questi mesi ha scritto una guida di Treviso, molto eccentrica (nel senso alto del termine, molto personale, molto inedita), curiosa, indagatrice. TREVISO / UNA GUIDA (Odos Editrice, collana Incentro, Udine). “Ho scritto, dice Boscolo, per provare a specchiarmi nelle acque di una città dove affondano le mie radici ma che non ho mai capito fino a quando non me ne sono allontanato”. Molto vero, affascinante. Libro da scoprire. Una narrazione più che una descrizione. L’autore ha voluto farsi carico anche di punti di vista diversi dai suoi e ha chiesto ad alcuni intellettuali di raccontare la “loro” Treviso. Cinque fotografie d’autore. Quelle che ho scattato io: TREVISO CRIMINALE (ho naturalmente raccontato il delitto della contessa Onigo, accaduto proprio in centro l’11 marzo 1903);  TREVISO CITTÀ D’ACQUE / 1 (il Sile, la restera, le mie avventure infantili sul grande fiume); TREVISO MISTERIOSA (l’enigmatico cuore di Francesco di Sales che stilla ancora sangue a secoli dalla morte); TREVISO CITTÀ D’ACQUE / 2 (le risorgive del Botteniga e i Cagnani); TREVISO DEI CAMPI (il tesoro di un antico tempietto sperduto nella campagne di San Pelaio, anche se io preferisco il più terragno San Paè, e le acqueforti del grande Francesco Piazza). Per leggere i miei testi clicca qui.

 

VERSO IL VALLO DI ADRIANO COI LEGIONARI DI ROMA
IL PAESE COL CIELO AI LATI

foto-homeIl paese col cielo ai lati.
L’espressione, suggestiva e narrante insieme, è di Maurizio Patti, la nostra favolosa, coltissima guida nel viaggio compiuto in Inghilterra, a cura della Fondazione Feder Piazza che si è appoggiata all’eccellente Real World Tours.
Sbarcati a Londra e risaliti verso nord, meta il Vallo di Adriano che quasi duemila anni fa segnava il confine del mondo romano. Il confine della civiltà.
Avevamo davanti la favolosa Holy Insland,  rovine e croci celtiche. Finestra sul tempo. Col castello normanno a picco sul mare. E la bassa marea, naturalmente. Perché quando l’acqua sale qui non si accede. Un’isola tidale, come si dice. Ho raccontato, come faccio ormai da tempo, il mio viaggio in presa diretta su facebook.
Un post dietro l’altro. È una formula di successo. Mi hanno seguito centinaia di follower. Il loro grazie mi ha ripagato. Riprendo quelle brevi didascalie (esattamente come mi sono venute, maiuscole evidenziatrici comprese) che ho postato in continuazione.
Per leggere il testo e vedere tante, tantissime foto clicca qui.

 

la-chiara-tenda-di-anna-e-checco-dotoTRENT’ANNI DI FEDER PIAZZA
La fondazione ispirata alle figure dell’artista Francesco Piazza e dell’educatrice Anna Maria Feder (www.fondazionefederpiazza.org, www.francescopiazza.it, Strada dei Biscari 22 – 31100 Treviso) arriva al suo trentesimo anno di vita. E traccia il bilancio di tre decenni di servizio in questo bel libro LA CHIARA TENDA DI ANNA E CHECCO. Ho avuto il privilegio di scrivere il saggio introduttivo in cui delineo il profilo biografico e morale di questi due grandi personaggi che, in modi e in campi diversi, hanno segnato la storia del nostro territorio. Al libro hanno collaborato Lino Bianchin, Giorgio Forlin, Ermenegildo Guidolin, Costanza Poli, Solideo Nevio Saracco, Gianni Tosello. Impaginazione e grafica di Augusto Pizzolato. La sera del 28 luglio 2019 la Fondazione ha celebrato l’evento con un concerto  del quartetto d’archi VenHethos Ensemble e della corale I Cantori di Santomio nella splendida location dell’Abbazia di sant’Eustachio di Nervesa, di recente restaurata. Qui monsignor Giovanni della Casa ha scritto il suo celebre Galateo. Qui hanno fatto rifulgere il loro genio Gaspara Stampa e Pietro Aretino.
Per leggere il testo del mio saggio clicca qui.

 

siciliahomeLA TERRA DEGLI DEI E DI POLIFEMO
LA DOLCE MALATTIA DEGLI OCCHI
Egle ed io siamo appena tornati da Catania, ospiti del nostro fraterno amico Elio Camilleri, il filosofo cugino del grande Andrea. Una settimana bellissima, densa di incontri e di cose nuove. Magari già viste in altre viaggi ma presentate in modo inedito grazie alle persone che Elio ci ha fatto incontrare. Un po’ di tutto. La rutilante pescheria, un microcosmo. I borghi di Aci Trezza e Aci Castello, carichi di ricordi storici e letterari. La mostra del Kouros ritrovato, la bellezza senza tempo della classicità. La salita all’Etna e le emozioni totali delle Troiane di Euripide al teatro greco di Siracusa. La chiesa di San Nicola, il monastero dei Benedettini (quello del grande Federico De Roberto), la sconosciuta Madonna della Monnezza. E tanto altro con moltissime foto. Per leggere il diario clicca qui.

 

il-bastone-della-pioggia0IL BASTONE DELLA PIOGGIA
UNA POESIA PER LA SOLIDARIETÀ
Una mia lirica, IL BASTONE DELLA PIOGGIA, appare nell’antologia POESIE IN CONCERTO 2019, edita dalla trevisana cooperativa sociale onlus SOLIDARIETÀ. Felice di partecipare, di essere utile. Ho raccontato la forza inarrestabile della vita, la forza prorompente della natura. Ho rievocato uno sciamano dagli occhi di pietra e antichi popoli americani. Partendo da un oggetto rituale presente in molte culture, il bastone della pioggia. Un ramo cavo (può essere anche una canna) riempito di semi e poi sigillato. Io ne possiedo uno bellissimo e molto lungo, costruito da un indio messicano. Ho imparato a far scorrere piano i chicchi all’interno, imitando il ritmico tamburo della pioggia. Ho capito che è una forma di preghiera, una comunicazione con i meccanismi misteriosi e segreti della natura. Perfino un modo di parlare col trascendente. Per leggere la poesia clicca qui.

 

copertinaIPSE DIXIT, LATINO E LATINORUM
Tutti ricordiamo Renzo Tramaglino che si reca, nelle prime pagine dei manzoniani Promessi sposi, da don Abbondio per definire gli ultimi particolari del suo imminente matrimonio. E il prete, atterrito dal divieto ricevuto dai bravi di don Rodrigo, gli oppone una muraglia di parole latine. E Renzo risponde con la più famosa frase antilatinista: “Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?”. Ho scritto questo volumetto, Ipse dixit, proprio mettendomi dalla parte del latinorum. Perché la cosiddetta lingua morta è più viva che mai. E non solo perché l’italiano e tutte le lingue neolatine ne rappresentano la naturale evoluzione e dunque noi in realtà parliamo il latino del XXI secolo. Ma anche perché sono davvero infinite le parole e le espressioni latine che quotidianamente pronunciamo o leggiamo, senza nemmeno rendercene conto. Un volume fuori schema, ricco di informazioni, suggestioni, locuzioni e modi di dire ad uso quotidiano. Con un dizionario alternativo e divertente. La frase giusta da tirar fuori al momento giusto. Non solo per chi è già pratico di questa lingua, ma anche per chi il latino non l’ha mai studiato a scuola.
Per saperne di più e per leggere il primo capitolo (fantastoria pura!) clicca qui.

 

la-vittoria-impossibile-largeFINALE DI MESSICO 70
L’ITALIA BATTE IL BRASILE E SI LAUREA CAMPIONE DEL MONDO
L’ucronìa (cioè “in nessun tempo” così come utopia vuol dire “in nessun luogo”, detta anche storia alternativa, allostoria o fantastoria, ) è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale. Capita che un manipolo di scrittori, radunati da Andrea Pelliccia, 46enne ingegnere napoletano con la grande passione della scrittura, si metta insieme per riscrivere la storia dello sport. Io ho raccontato perché e come non è vero quello che si legge sugli annuari. E che cioè, nella finale di Messico 70, l’Italia di Valcareggi  fu sconfitta per 4 a 1 dal Brasile di Pelè. La finale l’Italia la vinse. Eccome. Disposto a giurarlo. Io ve lo racconto per filo e per segno, compresi inediti retroscena. In questa avventura (LA VITTORIA IMPOSSIBILE), ho avuto splendidi compagni di viaggio, sempre coordinati dal curatore della raccolta Andrea Pelliccia: Simone Cola e Marco di Grazia, lo stesso Andrea Pelliccia, Giampietro Stocco, Simone Galeotti, Andrea Bacci, Carlo Martinelli, Stefano Piazza, Emanuela Valentini, Alessio Cecchin, Pietro Nardiello, Antonio Magrì, Lorenzo Crescentini. Ognuno con un racconto/rivelazione imperdibile in una silloge edita da Delos Digital (https://delos.digital/). Ha scritto una memorabile prefazione Darwin Pastorin.
PER LEGGERE LA PREFAZIONE DI DARWIN PASTORIN CLICCA QUI.

 

attibeatoenricohomeGLI ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE
SUL BEATO ENRICO DA BOLZANO (9 OTTOBRE 2015)

Il 22 giugno 2018 è stato presentato, nella sala Longhin del seminario vescovile di Treviso, il volume degli atti del convegno sul Beato Enrico da Bolzano. La prefazione è di monsignor Stefano Chioatto che ha pure firmato un intervento su I Pangirici sul Beato Enrico.  Gli altri scritti: Società e istituzioni a Treviso dall’avvento della signoria di Gherardo da Camino (1238) al tempo del beato Enrico da Bolzano (Dario Canzian); Migrazioni e insediamenti tedeschi nella pianura padano-veneta dell’ultimo medioevo (Uwe Israel); Eremiti, penitenti e devoti a Treviso tra Duecento e Trecento (Giampaolo Cagnin);  L’iconografia del beato Enrico dal XIV secolo all’età contemporanea (Ivano Sartor). Alfredo Michielin pubblica per la prima volta nella sua forma integrale la vita del santo patrono  da Pietro da Baone. Una restituzione che conferisce pregio assoluto al volume. Il mio intervento è di taglio piuttosto eccentrico. Si intitola: Arrigo e Martellino (Decameron, II, 1), Giovanni Boccaccio tra illustratori, critici e falsari. Per leggerlo integralmente clicca qui.

 

GIANNI AMBROGIO, SELVAGGIO RAFFINATO

Così lo definì Giorgio Di Genova. Treviso e il suo territorio tributano al grande artista trevisano  (1928 – 2016) un memorabile omaggio con ben tre mostre, aperte fino al 5 agosto 2018,  presso il museo Bailo (TV), presso  casa Robegan (TV), presso la Fondazione Gianni Ambrogio (Mareno di Piave). Edito anche un ponderoso catalogo (curato da  Maurizio Pradella, curatore anche delle mostre). Ospita saggi di Sandro Gazzola, Eugenio Manzato, Maurizio Pradella, Giorgio Russi. C’è anche un mio saggio nato dallo studio degli scritti di Ambrogio, LA PITTURA, QUESTO IMMENSO AMORE.
Questo l’incipit. “Dare un senso alla vita significa usarla come mezzo di conoscenza. Una meravigliosa avventura alla ricerca di qualche verità. Se si rivolge soltanto, come oggi accade, al profitto finanziario, rimane strumento arido e promotore di perfidie e delitti. L’incontro col sapere ti fa più soffrire ma anche più godere!”.
Gianni Ambrogio ha raccolto in due agende gli ultimi scritti della sua vita di uomo d’arte e di pensiero. Circa 260 fogli. Appunti, disegni, schizzi…
Per leggere il testo integrale del mio saggio clicca qui.

 

saloniccohomeSALONICCO, LA BELLA
Straordinario viaggio nella Grecia del nord. Salonicco, città cosmopolita e tollerante; il mondo fuori del tempo delle  Meteore; i ricchissimi siti archeologici della Tessaglia. Un itinerario nella storia e nella bellezza. Religiosità e radici mediterranee. Giorni di intensità assoluta, illuminati da una guida, Lilì, che ha trasmesso cultura, amore per la sua terra, senso profondo di apertura e tolleranza. Incontro indimenticabile con una cultura antica. Una scoperta, anche. Veniamo tutti da una storiografia che ci presenta il popolo macedone, gli stessi Filippo e Alessandro, come rozzi e incolti. Alessandro e il suo disegno di dominare il mondo (fermato solo da una morte prematura), lo comprendiamo subito, sono il punto alto di una civiltà che ha maturato per secoli un progetto politico, sociale, artistico. E le Meteore: una religiosità (e dunque una visione del mondo) che solo salendo gli ardui scalini che conducono ai monasteri si può intuire. Esperienza vitale.
Per leggere tutto il diario di viaggio e vedere le foto clicca qui.

 

lagomaggiore

PASQUA 2018 SUL LAGO MAGGIORE

Egle ed io abbiamo trascorso i giorni della Pasqua sul lago Maggiore, dopo la bella esperienza di un anno fa sul lago d’Orta. Abbiamo fatto base, col nostro camper, a Baveno nel camping Parisi proprio in riva al lago. E lì ci siamo imbarcati per la minicrociera tra le isolo Borromee (isola Madre, isola dei Pescatori, isola Bella). Un mondo piccolo e dilatato insieme. Da una di queste isole (isola Bella) partì, nel finale del fogazzariano Piccolo mondo antico, Franco Maironi. E naturalmente Mario Soldati proprio qui girò gli esterni del film tratto dal romanzo. Tanta storia, tanti innamorati di questi luoghi. Da Gustave Flaubert ad Alexandre Dumas.
Per leggere il diario di viaggio clicca qui.

 

granziero-inquieti-giardiniGLI INQUIETI GIARDINI DI ANDREA GRANZIERO

È in libreria, con mia prefazione, INQUIETI GIARDINI, silloge di liriche di Andrea Granziero.
Libro notevole.
Dalla prefazione.
La poesia di Andrea Granziero circoscrive una geografia gentile e rarefatta. Ma non troppo.
Già il titolo indica un luogo. Che è fisico e mentale insieme. Il giardino, molti giardini anzi.
Proposti, programmaticamente, con la forza abrasiva dell’ossimoro.
Il giardino suggerisce immagini di pace, tranquillità. Il luogo del respiro, della pausa, del verde vivo primaverile, del grigio autunnale. Del rinnovamento e del declino, alba e crepuscolo. Qui l’ansia si dovrebbe placare o almeno trovare un equilibrio. E invece i giardini sono inquieti, quasi percorsi da una vibrazione segreta. Da una domanda che mette in tensione e talora allarma. L’enigma del confine, l’angoscia del fuori.
Per leggere il testo integrale della prefazione clicca qui.

 

copertina-i-nostri-santiC’È  UN SANTO PER TUTTO E PER TUTTI

Qualcuno ha chiesto se si tratta di un libro religioso. No e sì. Nel senso che in questo libro continua il mio discorso e la mia indagine sulla cultura veneta. Questa volta da un angolo di visuale particolarissimo, quello della religiosità  popolare. Patroni, santoli, santi protettori. È una storia immensa, addirittura infinita. L’idea è piaciuta subito ad Angelo Pastrello titolare della Editoriale Programma. Ed ecco qui il risultato. Che esce, ovviamente, in concomitanza con la festa di Ognissanti. Un lavoraccio, nel senso della fatica, ma grande soddisfazione. I patroni dei 981 comuni di Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli e qualche volta delle singole parrocchie. E poi i patroni di tutte le categorie, i patroni da invocare in mille situazioni diverse, i patroni che tengono lontane le malattie. Penso, in tutta onestà, che sia l’elenco più completo al mondo. E una infinità di storie e di episodi.Per leggere altro clicca qui.

 

copertina-robe-veceROBE VECE, IL NOSTRO IMMAGINARIO

Torno a parlare di mercatini, di antiquariato, di collezionismo e collezionisti. Grazie all’amico Angelo Pastrello di Editoriale Programma ho pubblicato questo ROBE VECE (dopo lunga discussione se scrivere vece o vecie, con la i) in cui percorro questo mondo bello e particolare. Ho attinto al mio archivio fotografico che conta ormai migliaia di immagini, ho raccolto la mia più che trentennale esperienza nel settore, maturata in tanti mercatini d’Italia e di tutta Europa. Racconto le mie manie, sicuro che non sono solo mie. Con tanti consigli e suggerimenti. In ROBE VECE si trovano anche tutti i mercatini del Triveneto (ovviamente con indicazioni utili) e anche altri fuori regione che ogni tanto frequento (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna).
Assicuro piacevole lettura e tante, tante foto (alcune, giuro, incredibili). Per leggere altro clicca qui.

 

copertina-segno-e-coloreFRANCESCO PIAZZA, SEGNO E COLORE

Nel 1948 Francesco Piazza ha 17 anni.
Vive i giorni della ricerca e delle curiosità. Prova tecniche e linguaggi. Dipinge a olio su tele di sacco. Sperimenta colori a tempera su tavolette che trova qua e là. Le mette in forno ad invecchiare. Dice che così fa trasalire i colori.
Abita in una soffitta, al centro di Asolo. La casa odora e puzza di colle, di latte ammuffito, di chiara d’uovo e di bitume. L’aria si impregna dell’acido nitrico delle prime, spericolate morsure. Piazza è in dialogo serrato e libero con la materia del rappresentare, con i supporti fisici della sua ricerca. Il colore, la tela.
Comincia così IL CILICIO E L’ESTASI, il saggio che ho scritto per FRANCESCO PIAZZA, SEGNO E COLORE, catalogo della grande mostra che, nel decennale della morte, la città di Treviso dedica al grande artista di cui ho avuto la fortuna di essere fraterno amico e confidente. Per me Francesco Piazza era (ed è, lo sento vivo e magistrale più che mai) semplicemente Checco.
Nel catalogo, che propone oli e incisioni che documentano splendidamente il percorso artistico di Piazza, figurano anche scritti di Eugenio Manzato, Paolo Ruffilli, Marco Goldin, Giovanni Barbisan, Luigi Pianca, Sandro Zanotto. Presentazioni di Giovanni Manildo, Luciano, Franchin, Emilio Lippi, Paolo Bornello, Andrea Bellieni, Gianni Tosello. Per il testo integrale del mio saggio clicca qui.

 

piazza-se-vivereLA GRANDE POESIA DI FRANCESCO PIAZZA

È uscito Se vivere è un camminare leggero, silloge delle poesie inedite di Francesco Piazza. Ne ho curato l’edizione e ne ho scritta la prefazione.
Francesco Piazza (Venezia 1931 – Treviso 2007) ha pubblicato i libri di liriche Alberi Anime (1985, ed.  Circolo Culturale Teorema) e Mendicavamo canti di usignoli (1992, ed. La Stamperia dell’Ariete). Dopo la sua morte, dal riordino dell’archivio di casa Piazza, è emerso un poderoso corpus di versi inediti.
La poesia di Piazza è dotata di una sua specifica sigla. Vigorosa, splendidamente e luminosamente originale. La traccia di una forte personalità artistica e di una geniale e inquietante capacità di riflettere sull’uomo e suoi misteri esistenziali.
Clicca qui per leggere la prefazione.
Presentazione martedì 24 ottobre, ore 18 presso il Museo Bailo in Treviso.

 

alsazia_lorena_homeALSAZIA E LORENA,
IL TRIONFO DEL GOTICO

Una settimana in Alsazia e Lorena. Le grandi cattedrali dalle impressionanti vetrate, i robusti vini (soprattutto bianchi), i paesini che esibiscono i davanzali fioriti, la storia della civiltà europea. Lo spettacolo unico della chiesa di Notre-Dame a Strasburgo: il più straordinario gotico del pianeta con la sua guglia alta 142 metri. I fiumi carichi di storia e poesia. In Francia si sta bene. Viabilità ordinaria magnifica (ovvio, si evitano le autostrade altrimenti non si vede niente) e campeggi (frequentissimi) sempre attorno ai venti euro. Soprattutto il gusto per il decoro urbano. Ogni rotonda è curata. Ogni via è un’esplosione di fiori. Anche il centro più piccolo ha un suo Ufficio del Turismo, ricco di stampati e suggerimenti. Ottima base per conoscere e iniziare a visitare un territorio. Noi abbiamo conosciuto così l’indirizzo dell’azienda dalla quale siamo andati a rifornirci di vini.
A me secca proprio che non sia così anche da noi. Clicca qui

 

laforzadelleradiciIO DONNA NATURA
DI SILVANA DEL CERO

La poetessa (veronese di nascita, bassanese di adozione) Silvana Dal Cero propone per i tipi di Pegasus, IO DONNA NATURA, il suo terzo libro di liriche, dopo Il passo e l’orma e I giorni e l’ombra. Silvana mi ha chiesto di scriverle la prefazione. La pubblico integralmente. La poesia di Dal Cero è “un ovunque, un sopra e sotto, un di fianco e di lato. Elenca: tenace ulivo / stella inesplosa / nera civetta / bianca farfalla. Aggettivo e sostantivo, il più semplice dei sintagmi, quello che non ha bisogno di predicato verbale perché si esaurisce già tutto nell’oggetto visto e posseduto. Nella visione, nel fotogramma, nel film. Si sostanzia in quel dentro/fuori che è la corteccia/corpo. Immagine mirabile che fa una cosa unica dell’involucro e del contenuto. In ultima analisi di significato e significante (allampanate immagini/dei miei respiri)”. Clicca qui

 

mariomero_homepg

SUI MARI DI OMERO

Egle ed io in questi primi giorni di giugno 2017 abbiamo fatto, per la prima volta, un’esperienza di crociera. Non parlerò dell’ospitalità ricevuta in nave (la Costa Deliziosa, ospitalità peraltro eccezionale, basata su gentilezza e organizzazione minuziosa e rigorosa, non ci si annoia di sicuro), ma delle mete del nostro viaggiare. Volevamo, dopo l’esperienza nella Grecia continentale, correre tra le isole del mare greco.
In pratica abbiamo disceso l’Adriatico. Con partenza da Venezia. Ci siamo fermati a Bari (con l’immagine bella delle donne che nei vicoli fanno le mitiche orecchiette), poi Corfù, periplo del Peloponneso, Santorini e Myconos.
Al ritorno sosta nel gioiello Dubrovnik, la veneziana Ragusa, sull’estrema punta meridionale della Croazia. Clicca qui

 

la-patagonia-homepgLA PATAGONIA DI FRANCO VIVIAN

Ho avuto il privilegio di presentare il bel libro di FRANCO VIVIAN, PATAGONIA FIN DEL MUNDO. La location è stata quella della chiesa di San Gregorio, nel cuore di Treviso. Luogo straordinario e suggestivo. Daniela Barzan, presidente di SeLALUNA, ha letto alcune pagine. Ha completato la serata la proiezione di alcune dia commentate dall’autore. È venuto a portare il suo saluto Luciano Franchin, assessore alla cultura di Treviso. Sala piena, coinvolta. Il libro di Vivian è forse il più bello ed emozionante che lo scrittore trevigiano abbia mai prodotto. Comunica voglia di andare. Franco è un grande amico e, come già era successo per un altro suo libro, DOVE URLA IL VENTO, mi ha chiesto di scrivergli la prefazione. Anche questo un privilegio. Per leggere la prefazione clicca qui

 

BoccaccioBOCCACCIO E I SUOI CENSORI
MARTELLINO E IL BEATO ERICO DA BOLZANO

Ho pubblicato sulla rivista STUDI SUL BOCCACCIO (volume XLIV; la rivista è stata fondata e diretta da VITTORE BRANCA, mio grande maestro a Padova; l’attuale direzione è composta da GINETTA AUZZAS, CARLO DELCORNO, MANLIO PASTORE STOCCHI) un mio saggio: MARTELLINO RISCRITTO: A PROPOSITO DEL DECAMERON RIFORMATO DAL CIECO D’ADRIA. Riguarda un mio studio nato in margine al convegno trevisano incentrato sulla figura del beato Erico da Bolzano. Come è noto, Giovanni Boccaccio dedicò una novella del Decameron (giornata II, novella I) ad una beffa messa in scena subito dopo la morte del santo patrono di Treviso (10 giugno 1315). Una sorta di pseudomiracolo. Mi soffermo in modo particolare sulla riscrittura che di questa novella fece una singolare figura di intellettuale, Luigi Groto, il Cieco d’Adria. Il problema era che la grandezza del blasfemo e licenzioso (ovviamente agli occhi della censura ecclesiastica) Boccaccio s’imponeva a tal punto che, pur di farlo leggere e diffondere la sua magistrale lezione narratologica e linguistica, lo si “correggeva”. Con esiti più o meno felici. L’immagine è un particolare della litografia che l’incisore agordino Vico Calabrò ha dedicato alla narrazione boccacciana. Il grande artista immagina che il corpo del beato, attorno al quale si accalcava la folla che implorava miracolose guarigioni, fosse esposto in piazza Duomo, davanti al Battistero. In realtà l’esposizione delle spoglie mortali avvenne all’interno del Duomo. Per leggere il saggio clicca qui

 

lago-orta-homepgLAGO D’ORTA
E L’ISOLA DI SAN GIULIO

Pasqua 2017 in riva al lago d’Orta, il lago …sbagliato. Racconto il motivo in questo diario di viaggio in un luogo che in realtà è un paradiso. Orta col suo Sacro Monte, patrimonio dell’UNESCO, con gli stretti vicoli su cui si affacciano negozietti caratteristici, con la piazza ariosa dominata dal Palazzotto, antica sede municipale. La mistica isola di san Giulio dove Giuseppe Tornatore ha girato La corrispondenza. I colori e i fiori. E la grande cucina piemontese che unisce sapori di tradizione e gusto dell’innovazione. Clicca qui

 

COPERTINA DELITTO SULLA COLLINA PROIBITADELITTO SULLA COLLINA PROIBITA

La misteriosa morte di Américo, un bambino che cerca legna per il povero focolare della sua casa; la collina rimasta per mezzo millennio proibita ai suoi abitanti; la crisi del parroco don Fervido; la sua storia personale di assassino e cacciatore di balene; il processo a Treviso; un colpevole possibile; Maria Ultima, la misteriosa donna che poneva fine alle troppo lunghe agonie dei paesani; la rimozione collettiva di un intero borgo; le paure e i fantasmi di un passato terribile e incombente; l’enigmatica Busa dea Messa nel folto bosco della collina, che una volta all’anno si trasforma in un tempio silvestre. Un legal thriller in piena regola ambientato nel profondo Veneto del primo Novecento. Per saperne di più clicca qui.

 

GLI INVISIBILI CHE SONO TRA NOI_copertinaGLI INVISIBILI CHE SONO TRA NOI

Homeless, senzatetto, clochard, barboni: gli INVISIBILI tra noi. Dieci scrittori hanno provato a scrivere dieci diverse storie/testimonianze e ne hanno fatto un libro. Tutte rigorosamente in presa diretta. Il groviglio della vita, la perdita di tutto, la voragine dell’annullamento. La speranza e la disperazione. Cliccando sul titolo la cronaca della presentazione avvenuta nella trevisana chiesa di Santa Caterina il 17 dicembre 2016. E la mia testimonianza. Una lunga, drammatica intervista ad Angelo. Ex giocatore di rugby, ex imprenditore, ex padre ed ex marito. Che non vuole rassegnarsi ad essere ex. Come dice lui, ci sono uomini formica e uomini cicala. Lui è stato una cicala. Clicca qui

 

DALLA CINA CON MERAVIGLIADALLA CINA CON MERAVIGLIA

Egle ed io abbiamo vissuto l’avventura cinese. Anno intenso di viaggi, per noi. Armenia, Nagorno Karabakh, Georgia, Camargue e ora Cina. Pechino con la Città Proibita e la Grande Muraglia, Xi’an e l’esercito di terracotta, Guilin e la crociera sul grande fiume, Shanghai cioè la megalopoli del futuro. E mille altre cose. Questo è il diario di viaggio, scritto a quattro mani. Siamo stati bene insieme, abbiamo vissuto con intensità il confronto con una cultura così distante dalla nostra. Speriamo vogliate condividere leggendoci e guardando le foto (tante ma soltanto una selezione rispetto alle migliaia scattate). Clicca qui

 

Copertina SAN MARTINOSAN MARTINO E IL MANTELLO

Il ragazzo che divise il mantello con un povero e segnò per sempre la storia religiosa e politica dell’Europa. A 1700 anni dalla nascita, la vita, l’opera, le tradizioni, la gastronomia, le curiosità, gli episodi significativi del santo più amato del mondo accompagnati da moltissime immagini inedite. Il grande artista Franco Murer ha disegnato l’immagine di copertina. Dalla città in cui Martino nacque (Szombathely in Ungheria) alla città in cui fu vescovo e fondatore (Tour in Francia). Clicca qui

 

Copertina ODE ALLA SOPRESSAODE ALLA SOPRESSA

Eccola la mia SOPRESSEIDE, il poema (rigorosamente in lingua trevisana) dedicato alla salama regina. Con le ricette del grande Bruno Bassetto, ambasciatore della cucina italiana nel mondo. Il link rimanda alla prefazione del libro, in cui, da Teofilo Folengo a Mario Soldati, ripercorro le fortune artistiche e letterarie della sopressa. L’immagine di copertina è stata realizzata presso L’OSTERIA SENZA OSTE di Strada delle Treziese, a Valdobbiadene. Clicca qui

 

sparvoliLE MELE DI CRISTIANA
(E DEI ROMANI)

La giornalista Cristiana Sparvoli ha pubblicato per i tipi dell’Editoriale Programma un libro delizioso, COGLI LA PRIMA MELA, ricette e curiosità sul frutto più antico e salutare del mondo. Il libro si apre con un’intervista a me, nelle vesti latinista. Quando Cristiana mi ha chiesto di parlarle della mela nell’antichità, be, per stare nel campo del cibo, è stato come invitarmi a nozze. Se vuoi puoi leggere il testo integrale dell’intervista. Clicca qui

 

agostino contoSTORIE DEI PRA’ LONGHI

Agostino Contò, scrittore trevisano trapiantato a Verona dove è responsabile della Biblioteca Civica, ha scritto un libro bellissimo radunando in silloge i racconti e le STORIE DEI PRA’ LONGHI. Memorie affidate ad un lessico lussureggiante che sta tra lingua colta e lingua popolare. Una galleria di personaggi indimenticabili, un impasto linguistico unico. Leggi la prefazione che ho scritto per questo libro. Clicca qui

 

La Memoria Dei GirasoliSILVIO E PAOLO POZZOBON:
LA MEMORIA DEI GIRASOLI

È uscito per i tipi di Antilia Editrice LA MEMORIA DEI GIRASOLI, silloge degli scritti di Silvio e Paolo Pozzobon, due splendide figure. Ero particolarmente legato a Paolo, intellettuale a tutto tondo, insegnante, studioso. Personalità unica e inimitabile, dotato di profondità d’animo e d’intelligenza rarissime. Uniche anzi. Coinvolto dalla famiglia di Paolo, soprattutto dai fratelli Piergiorgio e Michele, ho dato una mano a selezionare, ordinare e sistemare il materiale. Sempre Piergiorgio e Michele hanno voluto affidarmi il compito di prefare il volume. Leggi la mia prefazione, guarda le foto della presentazione. Clicca qui

 

CamargueHomeCAMARGUE, UN UNIVERSO

Leggi il mio diario di viaggio in Camargue. Se la Camargue stia alla Provenza come l’anima di un’intera regione e ne rappresenti il completamento e magari la culminazione. O se invece sia un territorio in qualche modo autonomo, un continente a sé. Qui arrivarono le conquiste romane, qui attecchirono profonde religiosità nel medioevo romanico. Attorno al mulino da cui scrisse le sue Lettres si aggira il fantasma bello di Alphonse Daudet. Qui vive l’anima colorata di Vincent Van Gogh. I campi di girasole, le distese di olivi, lo scorrere placido del Rodano, l’antico villaggio in pietra dei contadini provenzali. E il parco ornitologico, paradiso della biodiversità, dove è dio il fenicottero rosa. Clicca qui

 

ArmeniaARMENIA, NAGORNO KARABAKH, GEORGIA
LA TERRA DELLE CROCI DI PIETRA

Due intense settimane alle origini del cristianesimo. Culture diverse e lontane. Con mia moglie Egle, un gruppo fantastico e una guida eccezionale. L’Armenia è, prima che ogni altra cosa, la serie infinita dei khatchkar, le croci di pietra tutte diverse l’una dall’altra. Sono, con i manoscritti pazientemente copiati, ornati e tramandati, il contributo più alto dato dal popolo armeno alla cultura mondiale. Racconto i luoghi, la gente, le storie, le emozioni con le mie foto e la mia scrittura. Con tutti i limiti che si possono capire. Ma con l’esplicito invito a seguire la mia esperienza. Che è culturale e anche di fede e ricerca. Clicca qui

 

UNA VILLA UNA CONTESSA1LA 2H DEL DA VINCI DI TREVISO E LA MIA CONTESSA AMMAZZATA
(Per vedere le foto clicca qui)

Linda Onigo, decapitata a Treviso l’11 marzo 1903 dal suo “pisnente” Pietro Bianchet, viva ancora. Vive grazie alla 2H del liceo Da Vinci di Treviso (che è stata per tanti anni la mia scuola), alla loro insegnante BARBARA ZOPPELLI, al progetto “Lezioni in villa” di cui è coordinatrice la professoressa PAOLA BELLIN. I ragazzi della 2H hanno realizzato un video sul mio romanzo di esordio “IL DELITTO DELLA CONTESSA ONIGO” e lo hanno presentato giovedì 26 maggio nei suggestivi spazi e nello straordinario contesto di villa Rechsteiner a Piavon di Oderzo. Serata emozionante, densa. Clicca qui

 

copertina beato enrico ENRICO, IL SANTO CHE VENNE DAL NORD

A 700 anni dalla morte del grande patrono di Treviso, scrivo questa agile biografia del beato Enrico (o Erico, o Rico o Arrigo come scrive Giovanni Boccaccio nella prima novella della seconda giornata de Decameron) ricca di notizie e di immagini. Il santo taumaturgo, l’uomo umilissimo, ignorante e scostante, che riempì i luoghi in cui visse di divina misericordia. Un santo attuale, che parla ancora all’uomo moderno. Clicca qui

 

FELTRIN VOLEVO FARE IL COWBOY VOLEVO FARE IL COWBOY
(I WANTED TO BE A COWBOY)

È la biografia (in italiano e in inglese) di Luigi Feltrin, personaggio di grandissimo valore, e un ritratto complessivo della sua straordinaria famiglia. La storia di un uomo che, partito dal nulla e dalla miseria più nera, ha costruito un’azienda di livello mondiale, Arper che esporta sedie in tutto il mondo. La Catifa, il grande cavallo di battaglia, è stata prodotta in due milioni di esemplari. Arper ora ha showroom e linee di produzione a ogni latitudine. La nascita a Vallio di Roncade, la dura esperienza di migrante in Svizzera, i difficili esordi commerciali in Italia. Clicca qui

 

IL PICCOLO PRINCIPE IL PICCOLO PRINCIPE
(E LA MIA STORIA)

Io che suggerisco una storia ad Antoine de Saint-Exupéry? Quanta presunzione! Il fatto è che sono stato allo scherzo dell’eterno bambino che è Danilo Zanetti, magnifico editore e librario in quel di Montebelluna. Il quale ha edito la 254esima traduzione del Piccolo Principe. In dialetto veneziano, EL PINCIPE BOCETA, affidandola a Sergio Zangirolami (e a sua moglie Teresa). Danilo Zanetti, che è anche collezionista di edizioni diverse del libro, ha stampato un suo esemplare (in italiano, nella sua traduzione). E ha chiesto ad alcune persone di varia provenienza di scrivere qualcosa. E io ho osato raccontare una storia al più bel raccontatore che si conosca. Un divertissement assoluto (per me) anche per la sfida a farcela stare in pochissime battute. Clicca qui

 

IL CORSARO NERO 1 LA TERRAZZA DEGLI SCORRIDORI
(SOLO A MAGIRIA SI POSSONO INCONTRARE SANDOKAN E NEMO)

Cosa succede se da qualche parte si incontrano due tra più grandi personaggi creati dalla fantasia di Emilio Salgari e Jules Verne? Sandokan e Capitan Nemo. Beh io ci ho provato, all’interno della saga di Magiria, il mondo parallelo cui tutti possiamo accedere. Se troviamo il varco giusto. La porta. È il serbatoio della fantasia, la dilatazione dell’immaginario. E a fare da guida è un caddy, il ragazzo che porte la sacca delle mazze sui campi da golf. Perché il golf è lo sport nazionale di Magiria. E il racconto del mitico ritrovarsi di questi due giganti dell’immaginario collettivo ha trovato ospitalità in ILCORSARONERO (scritto proprio così, tutto di seguito), la prestigiosa rivista di studi e racconti salgariani diretta da Claudio Gallo. Clicca qui