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SILE, DOVE DORMONO I BURCI
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Viaggiare a casa propria. E scoprire bellezza inedita e disponibile.
L’alzaia è la strada che costeggia un fiume, adibita al traino di barche e barconi, burci e burcetti. Traino animale, ma non sempre.
Treviso ha, lungo il Sile, chilometri di alzaia, su una strada che, con passerelle e sentieri, conduce fino in laguna. Via Casier, Lughignano, Casale…
A piedi e in bicicletta, una scoperta ad ogni ansa del fiume, un respirare profondo. Di anima e polmoni.
In veneto alzaia si dice restera/rastera (con apofonia e/a consueta in contesti fonetici identici. Come rast(r)el/ rast(r)el, la voce che indica l’italiano restrello).
Ho sentito diverse spiegazioni per questo termine. Mi sembrano abbastanza fantasiose.
Io credo che sull’etimo non ci possano essere molti dubbi.
Col termine latino restis si indicava il cavo, il canapo con cui il natante da trainare veniva legato all’animale da traino. Di solito una coppia di buoi, ma anche asini, cavalli.
Restera, dunque, con ogni probabilità da restis.
Ma all’inizio degli anni Settanta il trasporto fluviale declinò. Il colpo di grazia venne dalla Chiari & Forti di Silea quando l’azienda cominciò ad alimentare i propri mulini via terra.

Di quella stagione restano splendidi documenti. Come il porticciolo di Casier che ha la sua piazza principale proprio su una grande ansa del fiume.
Lì svetta il campanile della chiesa che ospita (indizio dell’antica ricchezza mercantile) una pala di Bartolomeo Orioli (primi del Settecento) e gli affreschi che Tommaso Sugoni realizzò nel 1756.

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E via via le splendide ville che si affacciano sul corso del fiume.
Tuttavia una bellezza arcana e diversa è nel cimitero dei burci, i barconi a fondo piatto che risalivano e scendevano la corrente. Li si ammira sulla passerella che corre sulla riva destra, a Silea.
Sull’altra sponda c’è la NEA (trattoria famosa per la sua frittura di pesce). E si vedono anche i brandelli di muro della Chiari & Forti.
Meglio, ciò che ne resta dopo la cessazione dell’attività e soprattutto dopo l’incendio devastatore dell’aprile 2015.

Ha un senso che i burci dormano qui.
Per decenni hanno alimentato i mulini della Chiari & Forti.

Il bùrcio (bùrchio in italiano, forse dal latino remulcum, rimorchio) è un battello da carico di grandi dimensioni in uso nella laguna di Venezia e su molti fiumi che vi affluiscono. Aveva il fondo piatto per navigare agevolmente nei fondali bassi ed era lungo tra i 20 e i 35 metri con un pescaggio massimo di due metri. Era dotato di due alberi, uno a prua e l’altro a poppa, con velatura al terzo e manovra tramite un timone a barra situato al centro della poppa. La prua era a punta rialzata. Stiva capacissima (con le parti esterne quasi verticali) cui si accedeva dal grande boccaporto.

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